Personale Domestico in Nero richiede Asilo, Rischio per Datore di Lavoro
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ToggleImpiegare Extracomunitari che hanno richiesto Asilo Politico come Colf, Badante, Babysitter e senza una regolare assunzione: Quali sono le conseguenze per il lavoratore e per il datore di lavoro?
Abbiamo deciso di scrivere questo post per chiarire alcuni dubbi che ci vengono sottoposti quotidianamente da clienti storici, clienti nuovi e persone interessate ad assumere Personale Domestico che si rivolgono a Xerendipity per i suoi servizi.
Chiariamo subito il concetto di base.
Un extracomunitario che ha presentato domanda per richiedere asilo politico in Italia, ottiene, momentaneamente, un permesso di soggiorno provvisorio; questo è valido per un limitato periodo di tempo.
Serve a garantire una sorta di “protezione” al richiedente mentre la sua domanda viene valutata dagli organi preposti e viene presa una decisione in merito.
In questo periodo di tempo la persona NON può in nessun caso lavorare.
Qualora, contrariamente alle norme, decidesse di lavorare ugualmente, potebbe farlo solo in nero; ergo sarebbe contro la legge.
In caso di accertamento da parte delle autorità che confermasse il rapporto di lavoro in nero, le conseguenze sia per il lavoratore che per il datore di lavoro sarebbero nefaste.
Questo avverrebbe anche nel caso in cui si trattasse di una semplice Collaborazione Domestica, come potrebbe essere la badante o colf o babysitter.
Ora, con calma e ordine, vediamo di chiarire la posizione degli extracomunitari che hanno richiesto asilo politico e venissero trovati a lavorare.
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Richiedenti Asilo Politico: Permesso di Soggiorno per Asilo
Il cittadino extracomunitario che richiede asilo politico è autorizzato a rimanere in Italia per il period di esame della sua domanda fino alla decisione finale in merito all’accetazione o negazione dello status.
L’extracomunitario, ospitato nei centri di accoglienza oppure trattenuto nei centri di identificazione, ottiene un permesso di soggiorno temporaneo per “Richiesta Asilo Politico”; questo permesso ha validità trimestrale.
Può essere rinnovato di volta in volta fino alla decisione finale sulla sua domanda di asilo da parte della Commissione Territoriale competente.
Permesso di Soggiorno Temporaneo
Il permesso di soggiorno temporaneo per richiesta asilo prevede i seguenti diritti:
- Assistenza sanitaria;
- Istruzione scolastica obbligatoria;
- Libertà di circolazione sul territorio italiano;
- Assistenza economica per coloro che sono privi di mezzi di sussistenza;
- Alloggio nei centri di accoglienza convenzionati.
Ciò che i richiedenti asilo politico non possono fare è appunto lavorare.
Trascorso un periodo di due mesi di permanenza in Italia, qualora non fosse ancora arrivata la decisione della commissione sull’accettazione della domanda di asilo politico, allora l’extracomunitario potrà essere impiegato al lavoro.
Il Ministero del Lavoro conferma questa possibilità con una recente nota con la quale segnala anche che: all’assunzione del richiedente asilo, dovrà essere presentata copia della ricevuta di verbalizzazione della domanda di richiesta Asilo Politico.
Questo documento serve a certificare la data di presentazione della domanda stessa; che sia trascorso il conseguente periodo di 60 giorni.
Qualora la domanda avesse esito positivo allora si concluderebbe l’iter con il riconoscimento dello Status di Rifugiato Politico.
Richiedenti Asilo Politico: Colf, Badante, Baby Sitter in Nero
Se il richiedente asilo ha svolto, nel periodo dei due mesi seguenti la presentazione della domanda, un’attività come badante, colf o baby sitter, le conseguenze legali ed amministrative per lavoratore e datore di lavoro sono seriamente nefaste.
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Datore di Lavoro
Per aver impiegato un lavoratore privo del permesso di soggiorno, il datore di lavoro rischia:
- Maxi sanzione per lavoro nero
- Sanzione penale fino a 1 anno di reclusione
- Sanzione amministrativa di 5.000 €
Lavoratore Extracomunitario Richiedente Asilo
Accertata l’esistenza di un rapporto di lavoro in nero e la percezione dei relativi redditi, il lavoratore rischia:
- Nel caso in cui il lavoratore riceveva dei sussidi o delle prestazioni di assistenza collegati allo stato di disoccupazione o all’assenza di reddito, è tenuto a restituirli con sanzioni e interessi;
- Verrà contestato il reato di falsa dichiarazione, o di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico;
- Sanzione Penale fino a 2 anni di reclusione;
- Condanna per le indebite erogazioni a danno dello Stato; qualora la somma complessivamente ricevuta sia inferiore a 3.999,96 euro, la condanna consiste unicamente nel pagamento di una sanzione amministrativa pesante da un minimo di 5.164 € ad un massimo di 25.822 €;
- Accertamento fiscale e ripresa a tassazione delle somme percepite da lavoro nero non dichiarate.
Queste conseguenze sono pesanti sia per il lavoratore ma anche per il datore di lavoro, che vedrebbe la possibilità di accertamenti fiscali su tutte le sue attività.
Regolarizzare il Lavoratore Extra Comunitario
Quindi, per evitare conseguenze nefaste, è sufficiente che il datore di lavoro, metta in regola il lavoratore acquisendo, in fase di assunzione:
- Certificato di verbalizzazione della domanda di protezione internazionale;
- Autodichiarazione dove il lavoratore, dichiara che il procedimento di richiesta protezione e asilo politico non è già concluso. Inoltre il lavoratore dovrà dichiarare esplicitamente che la mancata conclusione non è a lui imputabile.
Nel prossimo post continueremo il viaggio nello specifico delle selezioni dei candidati per il Personale Domestico analizzando un’altra figura.
Continueremo con: Selezione della Baby Sitter.
Tu sei consapevole che il Personale Domestico deve essere in primo luogo affidabile, perché l’affidabilità ha un valore per la tua famiglia e Xerendipity è il Valore dell’Affidabilità.
Milena Scardacchi
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